forza del segno, magia del colore
Lettere
Antonio viaggia sempre senza muoversi. A New York è stato un giorno in albergo senza uscire. Con me è stato a Tel Aviv e con l'idea che S. Bonosa e gli uffici della sicurezza dell'aeroporto siano la stessa cosa, entra dove cartelli segnalano assoluta riservatezza. Quando poliziotte israeliane piccole ma forzute lo bloccano, mi guarda, le accarezza commosso di tanta affettuosità.
Trastevere come Parigi, sono sempre visti con occhi stretti che osservano, fotografano, registrano. Stralcio di impressioni dei miei 20 anni con Vangelli. Antonio in viaggio. Il diabete lo aiuta a dormire spesso e ovunque, la distrazione per cui confonde le entrate con le uscite è solamente un fatto di registrazione mentale, quando gli occhi diventano fessure significa che sono troppe le impressioni che lo colpiscono, l'immagazzinamento è tale che, nello sforzo di raccogliere l'essenza, molto si perde, sbrodola e non interessa.
Quando l'occhio non è una fessura, può essere sazio, nebbioso, atarassico, furbo, melanconico, preferisco quest'ultima condizione è la volta che il rischio di ascoltarlo paga, si possono rimediare delle perle. "Metti il sole in ombra" me l'ha tirata fuori a Malindi apprestandosi a dormire dopo aver invano cercato rifugio nell'ombra, che un cavo d'acciaio, di un'imbarcazione, poteva offrire. Se non vuoi morire abbraccia la morte, accelera in curva, se freni sei fregato.
Tito Balestra nell'ospedale Fate Bene Fratelli impallidiva ascoltandolo e si grattava.
All'epoca dei nostri viaggi, che sono stati tanti e anche lunghi, ho potuto constatare che non c'era differenza per lui tra il viaggio lungo e quello corto, ho scoperto che anche stando immobili a casa sua in Trastevere si potevano fare viaggi straordinari che venivano interrotti soltanto da fatti accidentali tipici di ogni viaggio non organizzato. Sono stato svegliato una notte tre volte quando, essendo molto ingessato, dovevo farmi visitare dal Centro Traumatologico, per cui come suo ospite avevo diritto all'assistenza. Assistenza Vangelliana quella per cui avevo il diritto di essere svegliato, per dirgli se dormivo. Siamo sempre nella confusione delle entrate con le uscite. Vangelli negli affari. Ecco il magico aspetto sordido che mi ha fatto spesso impazzire. Tutto è iniziato quando ho invitato Tito Balestra a vedere un film, la cosa interessava tanto poco che di rimbalzo mi è stato proposto di conoscere un grande, peculiare pittore; così cominciò la storia. Nel suo studio, l'orgia di colori e di segni mi ha fatto salire la pressione, in breve con una lunga stretta di mano alla mercantile maniera romagnola sotto gli auspici del Tito si è conclusa l'operazione dei 60 quadri. Non avevo possibilità di pagarli ma questo non creava problemi al Vangelli mercante. Quello che è successo dopo merita un romanzo a parte, i protagonisti di questo romanzo erano tre. Le pelline del latte, 6 pallottole di una Smith & Wesson e la rossa Citroen Pallax con i sedili di pelle chiara. Lui deve raccontare come sono andate le cose, in ogni modo il romanzo è durato circa un anno. Vangelli avaro, è un aspetto che pochissimi conoscono, perché non è un'avarizia normale, è anche questa fuori sagoma. Tutto parte (la mia parte) da quando Antonio mi affida una cartolina postale del ... di suo padre che una mattina svegliandosi non trova sua moglie nel letto, da qui tutta una lotta con avvocati, carabinieri, soldi buttati e Antonio strappato da una parte e dall'altra. Questo è importante saperlo perché nel subcosciente lo condiziona anche la marca dei migliori orologi d'oro da portare al polso, è arrivato credo a portarne 4 contemporaneamente. Questo è un dettaglio, ma i suoi investimenti da mezzi pubblici a Roma e altri disastri sull'autostrada, superati brillantemente nonostante il diabete, i quintali di cappuccini, brioches e pasticcini inghiottiti perché l'assicurazione in un certo verso gli avrebbe pagalo anche il letto e gli aranci dell'ospedale. Cosa che regolarmente non avviene...
Con Sergio Bochicchio abbiamo spesso tentato di farci pagare viaggi e viaggetti, scarso il successo, lamentando sempre il suo stato di quasi indigenza, negava qualsiasi possibilità economica, al punto che un giorno, trovandoci la mattina presto alla Selva in estate per andare a Capalbio, gli chiesi un finanziamento che non arrivava a 200.000 lire, per una bella gita. Antonio stava ancora a letto piangendo miseria dissi a Bochicchio: perquisisci i vestiti, vennero fuori 3 milioni in contanti, due orologi d'oro ed un lingotto d'oro più cianfrusaglie assurde. Non fu un dono, ci fu un'appropriazione, ci divertimmo tutti e fummo felici e contenti.
Antonio maiolicare, questo è un fatto per me insopportabile, che logicamente ci riconduce a quanto già detto, la fabbrica di ignobili piastrelle per fare soldi. Come si può capire, il nostro rapporto è di amore, stima, odio e disprezzo, il più saporito minestrone che io conosco, Ma non posso fare a meno di Antonio, quello che ho detto è niente, sono solo due righe che desidero che lui riceva il Grande Giorno a San Michele, che visiterò il giorno dopo l'inaugurazione, solo con lui e con Ennio Tamburi.
Antonello Ruffo
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